lunedì 31 agosto 2009

Mostra fotografica di Robert Mapplethorpe

Ho avuto modo di visitare qualche tempo fa la mostra fotografica di Robert Mapplethorpe, presso l'Accademia delle Belle Arti, a Firenze. Consiglio vivamente a chi ne ha occasione di fare la medesima cosa. La mostra dell'artista newyorkese è costituita da un numero di opere abbastanza limitato, si visita quindi in poco tempo. E' interessante l'accostamento tra i corpi plastici delle foto di Mapplethorpe e le sculture di Michelanglo presenti in Accademia. Insomma, una visita da consigliare!
Peraltro, e con questo concludo, se vi recate alla mostra il giovedì, dalle ore 19 alle ore 21, entrate gratuitamente e avete occasione di farvi anche un giro a scrocco in Accademia.  Mi raccomando però, non traccheggiate troppo, che il 27 settembre finisce.
Per chi volesse saperne di più: Firenze Night & Day

domenica 30 agosto 2009

Il dubbio


L'oramai non recentissimo film di John Patrick Shanley, dal titolo Il dubbio, è innegabilmente un film d'effetto: tecnicamente perfetto, con un cast da brividi e dei dialoghi straordinari. E' un film alla vecchia maniera, insomma, di quelli che non si vergognano di essere fatti bene.
Se si deve trovargli un difetto si può dire che è un film molto freddo e forse un po' furbetto, ma francamente io mi sento di perdonarlo per questo.
La vicenda si svolge a metà anni sessanta, nel Bronx, in un collegio di parrocchia. I protagonisti sono una rigidissima madre superiora, la Sorella Aloysius Beauvier, interpretata da Meryl Streep e un giovane parroco progressista, Padre Flynn, interpretato da Philip Seymour Hoffman. La prima è la preside dell'istituto: ha un temperamento estremamente austero, spaventa tutti gli studenti e vede il male ovunque. Il secondo è un insegnante: appare sempre gentile e alla mano con tutti, ama molto la vita e critica aspramente le frange più conservatrici e retrograde della chiesa.
Sorella Aloysius, spinta dal dubbio di una possibile relazione torbida fra uno studente e il parroco, fa di tutto per allontanare padre Flynn dal collegio.
Il film, incentrato interamente sul forte dualismo fra queste due personalità, sembra parteggiare leggermente per Sorella Aloysius: questa infatti, per motivazioni sia diegetiche (è la protagonista assoluta del film, anche solo per il fatto che occupa lo schermo per più tempo) che extradiegetiche (è interpretata dall'attrice più nota, più anziana e indubbiamente più brava) tende a accaparrarsi la credibilità e la fiducia del pubblico. Bisogna riconoscere, però, che si tratta di una "partigianeria" molto relativa, poiché lo spettatore è portato a non prendere una posizione netta e a dare al al parroco il beneficio del dubbio. Padre Flynn, il primo personaggio mostratoci dal film, non risulta, durante il corso della vicenda, convincente quanto la madre superiora -le molteplici sequenze che ne rivelano l' amore per il cibo e per le gioie della vita non lo aiutano a sembrare credibile-, ma non appare neppure il mostro orripilante che ella vuol dipingere.
Lo spettatore per prima cosa vede Padre Flynn, e fin da subito lo guarda con sospetto, poiché sa che su di lui qualcuno ha un dubbio atroce; è padre Flynn, insomma, a essere sotto accusa, non la madre superiora. In un secondo momento lo spettatore conosce Sorella Aloysius e si appassiona alla teoria di questa, teoria che vede Padre Flynn come un viscido pedofilo; al tempo stesso, però, non riesce a condannare fino in fondo il giovane prete e sul finale del film, non può fare a meno di domandarsi: "Ma non sarà stato innocente? Non avrò creduto a Meryl Streep solo perché il regista ha voluto che credessi a lei?"
Insomma, così come l'austera madre superiora finisce per interrogarsi con estremo dolore sulla reale natura dei suoi sentimenti (avrò agito perchè realmente lo ritenevo colpevole o sono stata spinta da altro?) anche chi guarda il film abbandona la sala con il dubbio di aver preso un grande abbaglio.

Frost-Nixon, il duello


La vicenda di per se è banale: un condutture britannico di talk show, David Frost, intervista il presidente Nixon, dimessosi tre anni prima. Quel che colpisce è il modo con cui una banale intervista televisiva diviene un vero e proprio match all'ultimo sangue. Lo spettatore resta inchiodato per due ore allo schermo e assiste alla preparazione nonché allo svolgimento del duello televisivo con la stessa tensione emotiva con cui seguirebbe un incontro di box. I due attori, Frank Langella nei panni di Nixon, e Michael Sheen in quelli di Frost, sono veramente eccezionali e l'uso del montaggio è magistrale. Tutto riconduce al ring e la tensione non cala un solo minuto. Interessante anche la profondità psicologica dei personaggi e la loro estrema sfaccettatura. Insomma, veramente un gran bel film.